Giovedì 25 gennaio è stato il giorno del tradizionale falò della Giubiana, un antico rito contadino in cui viene bruciato il fantoccio di una strega, come auspicio per mesi floridi e un raccolto abbondante.
Le classi delle scuole primarie di Mariano Comense hanno partecipato a una bellissima iniziativa patrocinata dal comune e organizzata dalla cooperativa sociale Penna Nera. Figuranti in maschera hanno accompagnato con tamburi e canti le classi dalla scuola sino al cortile di Penna Nera, dove è stata raccontata l’antica storia del rituale e sono state cantate canzoni tradizionali. Così era tutto pronto per il momento più emozionante e atteso dai bambini, il falò della Giubiana!
Le classi quarte e quinte della scuola primaria di Carugo, invece, hanno contribuito alla festa organizzata dalla Protezione Civile disegnando tanti volti di Giubiana per addobbare la strega.
Infine un breve pensiero di Alice di Carugo che ha immaginato di essere “dalla parte delle Giubiana”.
Sono qui avvolta nel silenzio, con tanto spazio intorno. Quest’ anno sono una e sono tante, tutte diverse, ma tutte simpatiche Giubiane. Ora, eccoli lì in tanti! Tutti mi guardano, parlano tra loro di fuoco. Dovranno forse fare un barbecue? Avverto un’aria sospetta. Osservo meglio: non c’ è un bambino fermo; stanno tutti correndo nell’ umido campo. Sento voci rimbombare che sembrano dirmi: “Questo è il luogo che vedrà la tua fine … Brucerai questa sera …” Io, immobile, penso: “sono pazzi! Non può essere vero!”
Comunque ho paura.
Come una mandria di cavalli imbizzarriti, ad un certo punto arrivano tante persone dicendo: “Bruciamola! Bruciamola!” Cominciano a buttare foglietti carichi di tante paure nel “vagone” di legno che mi hanno costruito intorno. Che succede? Vedo fiamme dai mille colori crescere sempre più intorno a me. Fanno a gara a chi si mostra di più. Comincio a sudare e ad avvertire un gran dolore. AII’ improvviso sparisco dentro ad un fumo nero, portando con me tutte le ansie dei bambini, anche di quelli che non sono qui.
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